I radiatori a gas sono dotati di una camera stagna che comunica con l’esterno tramite tubi concentrici, preleva l’aria per mezzo di un ventilatore, la riscalda grazie alla combustione del metano o del propano liquido, cioè il Gpl, e poi la diffonde nuovamente nell’ambiente.
L’installazione di un termoconvettore richiede l’allacciamento alla rete del gas, un punto di corrente elettrica e una presa d’aria esterna; necessario è anche creare sulla parete perimetrale un foro di circa 12 cm per l’evacuazione dei fumi tossici. L’accensione dei termosifoni a gas avviene tramite pannelli di controllo molto intuitivi, che servono anche per regolare la temperatura e la ventilazione. Non contenendo acqua o altri tipi di liquidi, gli apparecchi di questo tipo non temono il rischio di gelo e sono quindi ideali per le località di montagna.
I radiatori ad acqua rappresentano il sistema di riscaldamento tradizionale e ancora oggi più diffuso nelle nostre casa. Sono impianti modulari composti da elementi in ghisa, acciaio o alluminio, collegati a una caldaia a gas tramite apposite tubature. Lungo le stesse tubature scorre l’acqua riscaldata dalla caldaia (circa 70-80 gradi), raggiungendo i caloriferi. L’acqua, quindi, funge da termoconvettore.
E il termosifone provvede poi, per convenzione o irraggiamento, a diffondere il calore ricevuto nell’ambiente gradualmente e in modo perfettamente omogeneo. Anche in questo caso, la temperatura può essere regolata in base alle proprie esigenze e nella maggior parte dei casi è possibile programmare sia l’accensione che lo spegnimento del radiatore tramite un apposito timer.
Nel caso dei radiatori alimentati tramite caldaia, c’è una fondamentale distinzione da fare:
Realizzati in acciaio o alluminio, i termosifoni elettrici rappresentano la nuova generazione di radiatori. Funzionano per mezzo di una resistenza che, una volta azionata tramite l’energia elettrica, riscalda un liquido contenuto al loro interno; il calore così ottenuto si diffonde quindi nell’ambiente.
Il principale vantaggio di questi caloriferi è che non devono essere collegati a una caldaia e non necessitano neppure di essere allacciati alla rete del gas: c’è bisogno soltanto di una presa di corrente. Nella maggior parte dei casi è presente un termostato. Alcune resistenze si gestiscono tramite wi-fi, ovvero da remoto. Un altro pregio di questi caloriferi è che sono facilmente trasportabili, quindi si possono spostare, anche da una stanza all’altra, in qualsiasi momento. O possono essere utilizzati per qualche periodo nelle seconde case. Il difetto? Hanno un peso non indifferente sulla bolletta della luce.
Una particolare tipologia di caloriferi è rappresentata dagli scaldasalviette che, come si intuisce subito dalla definizione, servono per far asciugare velocemente e mantenere caldi asciugamani e accappatoi. Per questo motivo vengono collocati nel bagno, anche se sostanzialmente potrebbero trovare posto in qualsiasi stanza.
Nella maggior parte dei casi, comunque, gli scaldasalviette sono concepiti come un sistema di riscaldamento aggiuntivo. Possono essere in acciaio o alluminio e si sceglie fra 3 tipologie: idraulici, elettrici e misti. Nel primo caso, il funzionamento è lo stesso dei tradizionali radiatori ad acqua, quindi necessario è il collegamento all’impianto idraulico ovvero alla caldaia. Nel secondo caso il funzionamento si basa su una resistenza elettrica e su un liquido termoconvettore interno, quindi occorre solo attaccare l’apparecchio alla presa di corrente. Gli scaldasalviette misti, invece, possono essere collegati sia all’impianto di riscaldamento che alla corrente elettrica.
Questi caloriferi sono anche raffinati elementi di arredo: possono essere essenziali, cioè composti da barre orizzontali parallele, e svilupparsi in verticale, ma anche avere forme più originali; in ogni caso occupano una buona porzione della parete, aggiungendo un plus in termini di raffinatezza. E rientrano, per tale motivo, nella categoria dei termoarredi.
I radiatori a parete si adattano a ogni stanza, grazie alle forme e ai colori personalizzabili. Dal punto di vista estetico, al termosifone classico sempre più spesso si preferisce il termoarredo: a questo termine sono riconducibili tutti gli apparecchi a parete caratterizzati da un’estetica moderna, fino a qualche tempo fa inconcepibile, che sempre cattura l’attenzione. Sono efficienti e funzionali, ma anche dotati di un grande potere decorativo. E non si tratta soltanto di scaldasalviette. Molti termoarredi, infatti, sono progettati per trovar posto nel living, comunque nella zona giorno. E per quanto riguarda i colori, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Sono impianti caratterizzati da tubi di andata e ritorno a serpentina o a spirale sotto traccia che si estendono su superfici piuttosto ampie e tramite i quali passa l’acqua calda. Nella maggior parte dei casi vengono installati sotto il pavimento, ma esistono anche tipologie progettate per le pareti e per i soffitti.
Sono quindi del tutto invisibili e per nulla ingombranti, questi i loro pregi più grandi; risultano compatibili con le caldaie, ma anche con le pompe di calore e i termocamini. Il riscaldamento a parete e a soffitto può comportare un accumulo di calore verso l’alto; un rischio che non esiste nel caso del riscaldamento a pavimento, che per questo è una scelta più diffusa. Si aggiunga che molto piacevole diventa camminare in casa a piedi nudi. D’altra parte si fa presente che i pannelli radianti, in generale, riducono al minimo le dispersioni termiche, con conseguente abbattimento dei consumi, e assicurano anche un ottimo grado di isolamento acustico.
Il fascino dei camini seduce tutti, ma in città è difficile che ci siano le condizioni per poterne godere, perché di rado c’è la possibilità di installare la necessaria canna fumaria e tenere la legna a portata di mano. Senza contare che il caminetto genera fumo, cenere e odori poco gradevoli. La soluzione? I biocaminetti. Dal punto di vista estetico sono molto simili a quelli tradizionali, ma c’è una grande differenza: la fiamma si ottiene grazie al bioetanolo, un combustibile liquido di origine vegetale (derivante cioè dalla fermentazione di biomasse) che bruciando non produce cenere, fumo e neanche sostanze nocive. Si tratta quindi di un sistema di riscaldamento ecologico, la cui installazione non richiede lavori di muratura e neanche condotti di espulsione e che quindi può essere collocato in qualsiasi ambiente della casa. Non servono neanche permessi. C’è solo bisogno di una presa d’aria esterna con diametro compreso fra i 12 e i 15 cm. Un’altra questione molto importante: nel caso dei classici camini quasi la metà del calore prodotto dal fuoco viene dispersa proprio all’interno della canna fumaria, mentre in quelli a bioetanolo la diffusione coincide totalmente con l’ambiente ospitante. In pochi minuti si ottengono quindi risultati ottimali e un ottimo grado di comfort. E si risparmia. I biocamini possono essere da incasso oppure a parete: in quest’ultimo caso si appendono al muro come fossero quadri.